| Il coefficiente medio integratore
La struttura dei rapporti numerici riserva sempre, all’attento ricercatore, meraviglie e sorprese senza limiti. Questa volta presentiamo all’attenzione dei lettori, e specialmente degli studiosi, un curioso ed interessante aspetto delle relazioni fra i 90 numeri del Lotto. Si tratta del cosiddetto “coefficiente integratore medio“, di cui spieghiamo brevemente il significato e la consistenza.
Sappiamo che la somma media di due numeri, cioè di una coppia (o anche di un ambo), corrisponde al valore 91, e che il valore medio della differenza è espresso da 30.
Ciò porta la conseguenza che i valori somma e differenza (S. e D.) relativi a due coppie corrispondono a 182 e 60 rispettivamente.
Orbene: operando la somma fra 182 e 60 abbiamo 242; dividiamo questa somma per 2 ed otteniamo 121; facciamo infine la differenza fra 182 e 121 ed abbiamo 61.
Questi due risultati: 121 e 61 costituiscono quello che abbiamo denominato coefficiente integratore medio, che per brevità indichiamo con le lettere CM. E vediamo ora come esso può essere utilizzato praticamente.
Data una coppia qualsiasi (avente la condizione che il maggiore dei due elementi deve essere superiore a 30, ovvero che il minore sia inferiore a 61), si operi come segue. Scritta la coppia in linea orizzontale, si scrive sopra di essa il CM., avendo cura di porre il 121 sopra l’elemento maggiore e 61 sopra il minore. Indi si eseguono le sottrazioni fra i termini del CM e quelli della coppia: le differenze costituiscono una coppia che, teoricamente, tende a presentarsi nelle estrazioni successive, almeno per la sorte di ambata.
I° esempio: dal 6 luglio 1963: GENOVA 37 7
Operazione:
121-37 = 84
61-7 = 54
alla settimana seguente uscirono a GENOVA 84 54!
II° esempio: 15 giugno 1963: NAPOLI 46 66
Operazione:
121-66 =55
61-46 = 15
che uscirono insieme dopo due estrazioni a Napoli.
Diciamo subito, naturalmente, che l’esito dell’ambo secco si produce di rado, e la cosa è più che logica. Vale tuttavia osservare che l’esito dell’ambata si presenta invece con una frequenza degna di attenzione e di studio.
6 luglio – TORINO: 51-67; applicando il CM si ha 10-54. Esito: 10 alla 3^ settimana
15 giugno – BARI : 33- 83 Operazione 28-38. Esito 28 alla 2^ settimana
22 giugno – TORINO: 21-54 Operazione 40-67. Esito 67 alla 2^ settimana
22 giugno – PALERMO: 79-59. Operazione 42-2. Esito 42 alla 4^ estrazione.
L’effetto e il valore del C.M. devono essere messi in relazione con i fattori evolutivi delle estrazioni, e del resto sarebbe ingenuo pretendere che la semplice operazione da noi descritta offra di per sé sola la chiave miracolosa. Il coefficiente C.M. dev’essere oggetto di studio accurato e profondo, poiché la sua efficacia più importante, soprattutto pratica, si nasconde e si articola in rapporti selettivi e in formazioni speciali, che noi in parte abbiamo individuato e sui quali proseguiamo l’indagine e l’analisi. A titolo di esempio, consigliamo il lettori più competenti e avveduti a prendere in attento esame i casi nei quali i termini della coppia base hanno per differenza 60. Si vedrà facilmente che l’applicazione del C.M. genera un solo numero ripetuto, che spesso si riproduce con sorprendente celerità. E ciò può costituire già un dato di particolare interesse per gli studiosi che intendano approfondire l’argomento. Gli aspetti e le forme applicative presentano una gamma vastissima e complessa; e questo articolo, che svela per la prima volta l’essenza del coefficiente C.M., vuol essere un contributo alle ricerche più progredite nel campo lottistico e un incentivo a più fruttosi risultati.
Fabarri (tratto da “Il Calcolo Vincitore” n° 11 del 1963)
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